Risi: cinismo e violenza con gli occhi dei carnefici

Sulla terrazza dell’Excelsior succede anche che un fotografo chieda a Marco Risi e alla moglie Francesca di mettersi in posa amorosa con il loro splendido Tano (nove mesi) in mezzo a Ricky Memphis, Luca Zingaretti e gli altri ragazzi di II branco. Un bel gruppo di famiglia per promuovere un film che parla di violenza, di dolore, di stupro. E quando Risi ha risposto che non gli sembrava opportuno il fotografo ì rimasto male, non capiva le ragioni del rifiuto. L’effetto marmellata, tipico dei Festival, si manifesta anche così.
Ho voluto fare un viaggio nel dolore e nella disgregazione di un ragazzo, il più dolce e il più sensibile del gruppo, che diventa il più ignobile quando, dopo aver strappato una delle tedesche alla ferocia degli altri pretende che lei gli si conceda per amore. Ho cercato di capire i meccanismi mentali, di analizzare il virus del contagio da branco dice Marco Risi, consapevole dei rischi del film.
Il rischio ad esempio che il dialetto burino da alto Lazio, evochi momenti forti della commedia (Non core ‘sta machina?) e susciti ilarità.
Lo so, il linguaggio ricorda anche quello di ‘Straziami, ma di baci saziami’, ma la mia speranza ì che chi ride, alla fine del film si vergogni di averlo fatto.
Oppure come dice Ricky Memphis, La gente in platea la devi tira dentro, e dopo gli dai la mazzata.
Ricky Memphis, che interpreta Pallesecche, è il più noto del cast, con Luca Zingaretti e Giorgio Tirabassi, bravi attori di teatro. Gli altri, Giampiero Lisarelli (Raniero, il più dolce) fa l’odontotecnico, Salvatore Spada (Ciccio) guida il trattore, Roberto Caprari (Brunello) frequenta una scuola di volo, ma non ha intenzione di fare il pilota. Sullo schermo sono tutti bravi e spaventosamente cattivi, nella vita sono buoni, simpatici. Ricky Memphis scrive poesie sull’amore e sul set e’ stato cosi’ generoso che tutti dicono Ricky? Un fratello!. I loro commenti sul film variano da il problema è che in Italia le donne sono ancora o Madonne o zoccole a sono tanti i ragazzi che, per stare in compagnia, farebbero le peggio cose.
Tornando ai rischi, Marco Risi e Andrea Carraro, l’autore del libro da cui il film è tratto (edito da Theoria), evitano di addentrarsi in analisi sociologiche.
Non è lo scopo del film. L’ambiente è quello di un paese e del personaggio di Raniero, ci sono cenni a una famiglia piccolo borghese, con un padre severo secondo tradizioni, ma la storia è basata sui comportamenti e sulla violenza, vista dagli occhi di chi la compie, dice Risi.
E Carraro: II libro parte da un fatto di cronaca, ma è solo uno spunto, reinventato dopo una ricerca sul linguaggio e sull’ambiente. Avrei potuto partire dal fatto del Circeo, ma odio troppo l’arroganza di classe dei protagonisti.
Secondo lo scrittore, il coinvolgimento del paese nell’ignominia della violenza è un elemento simbolico, ma Risi è più spietato;
Non so quanti uomini, dopo una festa di paese, invitati ad approfittare di due tedesche a disposizione, direbbero di no. Secondo me su 50, almeno 48 accetterebbero.
La sua visione sconfortante della società italiana è tutta negli orrendi messaggi di razzismi, perversioni e odio represso – messaggi veri lasciati a Radio Radicale – che accompagnano i titoli di testa.
Una storia più ricca di speranza l’ho scritta, quella del ragazzo che vive sui tetti perché non gli piace stare a livello, un po’ ‘II barone rampante’. Ma non so se e’ il momento giusto e se sono pronto io per farla.
I veri protagonisti del fatto di cronaca, a cui è ispirato il libro (sono tutti liberi, alcuni hanno fatto due anni di carcere, altri neanche un giorno) hanno chiesto di bloccare il film. Risi risponde calmo: Non li abbiamo interpellati perché è una storia inventata, non la loro. Vedranno il film e se ne renderanno conto.
Una cosa Risi l’ha evitata: II compiacimento nelle immagini della violenza e del sesso. Il branco è duro per il cinismo dei giovani, ma è meno violento di tanti film in tv in prima serata.
Il compiacimento, se mai, riguarda Raniero. Mi piaceva che Raniero tornasse al ricordo di bambino quando in chiesa la madre gli mostrava immagini che gli facevano paura. Io credo nella responsabilità della Chiesa, che ha sempre condannato il sesso come peccato, come fatto cupo e sinistro da evitare, alimentando la diseducazione sessuale.
Il tema di II branco è di quelli che non possono lasciare indifferenti le donne. Risi si aspettava reazioni negative, ma, almeno alle prime proiezioni, non ci sono state, se non in maniera generica e sommessa. La discussione si è accesa, se mai, sui pregi e difetti tecnici e narrativi e, curiosamente, all’incontro con la stampa, gli interventi sono stati soprattutto di uomini e ancora sul film. Non sarà che, con tanta attenzione dalla parte dei carnefici, ci si dimentica di quelle due povere creature femminili massacrate? Lo so, questo è il rischio più forte, ammette Risi. È terribile per le donne ma spero che, scuotendo la coscienza di qualche carnefice, ci sia qualche vittima in meno.

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